Cambio residenza in affitto

Venerdì, 03 Ottobre 2025 08:02
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Riduzione del costo delle utenze, iscrizione al servizio sanitario locale, alcune agevolazioni fiscali e l’accesso ai servizi pubblici sono i principali vantaggi del cambio di residenza in affitto.

È poi possibile esercitare il diritto al voto nel seggio più vicino, senza doversi recare in quello precedente, ma soprattutto si riesce ad accedere ai bonus e ai contributi comunali. Inoltre, è importante ricordare che aggiornarla anche quando si è in affitto evita di avere dei problemi legali, come la cancellazione dall'anagrafe perché si risulta irreperibili e l’irrogazione di sanzioni per dichiarazioni mendaci.

Quando si va in affitto conviene cambiare residenza?

Cambiare la propria residenza quando si sottoscrive un nuovo contratto di locazione è importante, ma non è obbligatorio nel momento in cui abbiano una durata breve - inferiore a 18 mesi - o quando sono previsti dei soggiorni temporanei.

La convenienza del cambio di residenza è giustificata dal fatto che permette di accedere ad una serie di servizi locali e di usufruire di tariffe agevolate per utenze e tasse. Ma soprattutto dà la possibilità di ricevere le notifiche e gli atti legali: è necessario, però, che la nuova casa sia effettivamente il luogo nel quale si vive abitualmente.

Quando conviene cambiare residenza

È opportuno cambiare residenza nei seguenti casi:

  • l’immobile preso in locazione è diventato la dimora abituale: al suo interno si risiede con la famiglia per la maggior parte del tempo;
  • per poter usufruire dei servizi pubblici locali, tra i quali rientrano l’assistenza sanitaria e le eventuali agevolazioni comunali;
  • per una serie di vantaggi fiscali, come le tariffe più basse per luce e gas, ma anche per le tasse locali come la Tari, che risultano essere leggermente più convenienti per i residenti;
  • per far in modo che le notifiche e gli atti legali arrivino correttamente: il rischio è che vadano depositati presso la precedente residenza e non vengano ricevuti. In molti casi, benché non siano stati ritirati, produrranno lo stesso i loro effetti.

Quando non è necessario cambiare la residenza

In alcuni casi potrebbe risultare completamente superfluo trasferire la residenza nella casa presa in affitto. Questo succede nei seguenti casi:

  • quando il contratto di locazione è transitorio o di breve durata. Si ha intenzione di rimanere nella casa solo pochi mesi o per delle esigenze lavorative;
  • l’abitazione in affitto è una semplice soluzione temporanea o stagionale, come può essere una dimora estiva.

Cosa succede se non si cambia la residenza

La decisione di non modificare la residenza potrebbe avere alcuni rischi, che è bene tenere a mente:

  • il Comune ha la possibilità di avviare la procedura di cancellazione per irreperibilità nel caso in cui non venga comunicato la nuova dimora. Questo potrebbe avvenire nel momento in cui vengono effettuate delle comunicazioni di assenza presso la vecchia residenza;
  • non arrivano le raccomandate e le notifiche causando dei problemi con le scadenze più importanti. Diventerà difficile pagare eventuali multe o impugnare degli atti, il cui recapito risulta essere effettuato regolarmente al vecchio indirizzo;
  • dichiarare una falsa residenza per ottenere dei vantaggi fiscali o qualsiasi altro beneficio è un vero e proprio reato.

Sanzioni per mancato cambio residenza

Dopo essersi trasferiti in un immobile in locazione, il mancato cambio di residenza non determina l’irrogazione di una sanzione specifica che possa essere in qualche modo legata al contratto di affitto.

L’inadempienza, però, può avere delle conseguenze da un punto di vista degli obblighi anagrafici e potrebbe portare ad una multa amministrativa compresa tra i 100 e i 500 euro. Utilizzare la residenza fittizia per accedere a dei benefici fiscali o se vengono dichiarati dei falsi dati anagrafici configura il reato di falso in atto pubblico.

Cosa comporta prendere la residenza in una casa in affitto

Ai fini pratici cosa comporta prendere la residenza in una casa in locazione? Molto semplicemente viene registrata la propria dimora abituale all’ufficio anagrafe del Comune. Questo adempimento è obbligatorio nel momento in cui si ha intenzione di vivere abitualmente in questo immobile.

È importante ricordare che il proprietario non può vietare all’inquilino di stabilire la propria residenza nell’immobile preso in affitto nel caso in cui via abbia la dimora abituale. Il conduttore ha pieno diritto a farlo. Il proprietario dovrà cancellare la sua residenza nella casa, nel caso non lo avesse già fatto.

Per fare il cambio di residenza ci vuole il contratto di affitto?

Uno dei documenti fondamentali per chiedere il cambio di residenza è il contratto di locazione, perché attesta che a quel determinato indirizzo si ha la propria dimora abituale.

Altri documenti validi in tal senso possono essere il certificato di proprietà (quando a chiedere la residenza è il proprietario dell’immobile, non l’affittuario), una dichiarazione di ospitalità o delle utenze intestate al richiedente. Il Comune potrebbe chiedere la dichiarazione di un terzo soggetto che attesti la dimora.

Quali documenti servono

Nel momento in cui ci si reca in Comune per chiedere il cambio di residenza è necessario avere con sé:

  • la carta d'identità o il passaporto validi;
  • il codice fiscale;
  • il contratto di locazione registrato: serve per attestare la titolarità sull’immobile.

Nel caso in cui non si fosse in possesso del contratto di affitto è possibile dimostrare la propria dimora abituale attraverso:

  • la dichiarazione di ospitalità. Generalmente serve quando si è ospitati da un amico, che deve firmare una dichiarazione attraverso la quale attesta che stia ospitando una determinata persona. È necessario allegare il documento di identità di entrambi i soggetti coinvolti;
  • dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, con la quale si afferma di vivere in un determinato immobile;
  • in alcuni casi vengono accettate le bollette intestate al soggetto che abita nell’immobile: attestano che una determinata persona stia utilizzando l’abitazione.

Cosa succede dopo che è stata presentata la domanda

A seguito della presentazione della domanda il Comune effettua delle verifiche per controllare che le informazioni fornite siano veritiere. Potrebbe intervenire la polizia municipale.

Gli aggiornamenti all’anagrafe avvengono anche quando il Comune non risponde ufficialmente. Vige, infatti, la regola del silenzio-assenso.

 
 - ARTICOLO TRATTO DA IDEALISTA.IT -